La storia è piena di eventi musicali indimenticabili: sono stati molti, infatti, gli artisti che nel corso della storia si sono esibiti in spettacolari location, creando così un connubio incredibile di sensazioni sia visive che uditive.
Gli anni settanta ed ottanta, infatti, sono stati caratterizzati da un’incredibile varietà di artisti, ognuno dei quali ha lasciato una traccia indelebile nella storia della discografia internazionale.
Erano gli anni dei Queen, dei Led Zeppelin e di tanti altri nomi che affollano le menti dei veri intenditori, facendo sì che questi vengano catapultati in una sorta di viaggio nel tempo in nome della musica.
Tuttavia, è impossibile non tenere a mente del magnifico concerto che i Pink Floyd tennero a Venezia, nell’ormai lontano 1989.
1989: una data memorabile
Per molti questa data non ha un significato così importante, dal punto di vista ludico: per gli intenditori del Rock, però, il 1989 rappresenta una data fondamentale; in quell’anno, infatti, i Pink Floyd scelsero come ultima tappa del loro tour la magnifica cornice di Venezia.
Dopo una data all’arena di Verona, due a Livorno ed una a Cava De’ Tirreni, i Pink Floyd scelsero sapientemente di concludere il loro tour sullo sfondo della splendida città lagunare.
Per Roger Waters e company, l’occasione di suonare a Venezia fu un qualcosa da cogliere al volo immediatamente: per esaltare al massimo l’importanza della location, quasi come se fosse un gesto estremo di umiltà nei confronti di una città che stava ospitando delle vere e proprie leggende, i Pink Floyd decisero di tenere il concerto in una data importante, facendo così in modo da valorizzare al massimo sia la tradizione che la storia di Venezia.
Quale evento scegliere, dunque?
Roger Waters scelse di onorare nel modo migliore sia Venezia che i veneziani: il modo migliore per farlo? Fu sicuramente organizzare il concerto durante una delle festività più importanti e significative sia per la città che per i suoi abitanti: la festa del Redentore.
Tale festività, molto sentita dalla popolazione, nacque come festeggiamento simbolico per aver sconfitto definitivamente la peste. Questa, infatti, fu una vittoria vera e propria conseguita da tutta la comunità contro un male invisibile: tale ricorrenza, ricade il venticinque Aprile di ogni anno.
Come sempre, e come vuole la tradizione, la festa è contraddistinta da cibo a volontà, vino e le luci che si riflettono sulla spettacolare Piazza San Marco; una festa decisamente importante per tutta la comunità, che si decise di rendere ancora più importante ed ancora più indimenticabile grazie ai Pink Floyd.
Una mossa audace, forse, che fece in modo di unire l’utile al dilettevole: da un lato, infatti, vi era la possibilità di godersi appieno i festeggiamenti di una ricorrenza così importante; dall’altro lato, invece, si aveva la possibilità di assistere all’esibizione di una delle band più importanti e incredibili del mondo, coniugando in un solo momento la celebrazione di due eventi storici, seppur in maniera diversa.
In altre parole, due declinazioni di uno stesso tema.
Le difficoltà tecniche dell’evento
Spesso questo parametro passa in secondo piano: tuttavia, l’organizzazione dal punto di vista tecnico rappresenta uno step fondamentale per fare in modo che l’evento abbia un esito favorevole.
Il discorso non era affatto semplice: si trattava, infatti, di mettere letteralmente a mollo in acqua un completo impianto elettrico; inoltre, fu necessario lo studio maniacale e capillare delle maree, delle correnti e del traffico delle navi: tante piccole circostanze che, insieme, contribuirono a fare in modo che improvvisi spostamenti d’onda non andassero a rovinare letteralmente l’impianto elettrico comprendente luci, audio e via dicendo.
Inoltre, era necessario che si garantisse una certa stabilità durante tutta l’esecuzione, cercando di interpretare le correnti così da non incappare in spiacevoli sorprese.
Tanti piccoli accorgimenti che, sommati tra di loro, fecero in modo che il concerto si svolgesse nel migliore dei modi e senza impedimenti di sorta.
In definitiva, il concerto dei Pink Floyd a Venezia nel 1989 fu sicuramente un evento indimenticabile: nonostante i vari dissidenti ed i vari manifestanti che si pronunciarono sostanzialmente contro un simile evento, ancora oggi i quarantenni ricordano con infinita malinconia quei momenti, rendendosi sempre più conto di costituire una sorta di testimonianza vivente.
A causa dell’incedere preoccupante della tecnologia e dei mezzi di condivisione, oggi sfondare nel mondo della musica è una circostanza più semplice, rispetto a molti anni fa: va da sé, quindi, che siano molti i quarantenni che provano un senso di nostalgia misto a fierezza, contemplando in tal modo quei meravigliosi ricordi ed affermando così di esserne stati protagonisti fino alla fine.
Un evento del genere, sia per la complessità dell’organizzazione che per l’intensità delle emozioni, non può essere assolutamente dimenticato; dovrebbe, al contrario, essere una sorta di testimonianza diretta delle meravigliose sensazioni che si provavano in quegli anni e che, purtroppo, sempre più spesso ci si rende conto che non torneranno più.
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